Drioli, il Maraschino che visse due volte
Era il 1759 quando Francesco Drioli, a soli 21 anni, riuscì ad affermarsi come uno dei più esperti produttori di rosolio di marasche di Zara; non avendo figli nè eredi, Francesco designò il suo nipote preferito, Giuseppe Salghetti, a condizione che quest'ultimo non cambiasse il nome Drioli e non trasferisse mai la sede in altre città. Nel 1974, dopo che l’azienda è passata di generazione in generazione, la storia si è conclusa ma il Maraschino Drioli continua a vivere grazie alla Luxardo, che ne ha raccolto la memoria storica. Curiosità: questa etichetta è stata la prima di manufattura dalmata ad essere esportata oltreoceano.
Luminoso e incolore, al naso lascia trapelare evidenti note di prugna in confettura e spezie dolci, insieme alla pungente nota dell’alcol. L’assaggio è morbido, lievemente dolce ma non stucchevole e molto netto dei rimandi fruttati di frutta rossa in macerazione.
Perfetto con la macedonia o come bagna per il pan di Spagna.